Stanis Ruinas moderatore
Registrato: 22/10/06 10:03 Messaggi: 29
|
|
Sul numero 10-11 di Pensiero Nazionale viene riportato il manifesto programmatico Idee e principi dei Gruppi di “Pensiero Nazionale”, che occupa le prime tre pagine e reca in calce le seguenti firme(precedute dalla dicitura “Per i Gruppi del pensiero nazionale”): Stanis Ruinas, Luigi Bartolini, Antonio Zucca, Alvise Gigante, Ezio Daquanno, Massimo Uffreduzzi, Silvio Galli, Federico Baistrocchi, Giulio Romano, Lando Dell’Amico, Piero Ferroglio, Giampaolo Testa, C.A. Guida, Franco Cicchella, Spartaco Cilento, Niccodemo Angi, Alda Chiaffrino, Federico Oliviero, Alberto Franci, Renzo Papi, Enrico Landolfi, Piero Staiti, Camillo Benevento, Iginio Ricci.
Nel manifesto si legge:
“Il Fascismo e l’antifascismo sono stati battuti all’interno ed all’esterno dal capitalismo; e così pure i loro conati: la RSI e la resistenza. Riaffermiamo la necessità inderogabile che i vinti e i traditi delle due parti uniscano le loro volontà per combattere il vero ed unico vincitore: il capitalismo all’interno ed all’esterno. Perciò noi, quali uomini prevalentemente di provenienza repubblicana e fascista, riaffermiamo la continuità ideale, sul piano storico, della lotta combattuta, e rivendichiamo lo spirito del Manifesto di Verona: eliminazione dei secolari intrighi britannici dal nostro continente; abolizione del sistema capitalistico all’interno e lotta contro le plutocrazie mondiali.”
Lo scritto, oltre a ribadire idee, concetti e proposte quali la necessità della pacificazione e dell’abrogazione delle leggi eccezionali, la lotta senza quartiere al capitalismo, la continuità con le correnti democratiche del Risorgimento, una politica estera che inserisca l’Italia in una Europa equidistante dagli Usa e dall’Urss, espone quelle che definisce le ”Basi della Repubblica Socialista Italiana” (significatamene indicata come RSI).
Basi della Repubblica Socialista Italiana
- Basi della RSI sono la libertà, la giustizia sociale, la sovranità nazionale: suo oggetto primario è il lavoro manuale, tecnico, intellettuale in ogni sua manifestazione, come unica fonte di diritti e doveri fra i cittadini, come unico elemento distintivo fra gli uomini.
La Repubblica è unitaria. Avversa tutti i regionalismi e quindi le autonomie regionali, elementi dissolvitori di quel minimo di unità raggiunta attraverso secoli di lotte e sofferenze nazionali.
Di fronte alla Repubblica tutte le regioni sono uguali; non si dovrà più continuare nella sperequazione fra Nord e Sud. Le industrie non debbono essere prerogativa del Nord, ma devono sorgere là dove è necessario nell’interesse superiore della Nazione.
- La RSI garantisce unità sindacale, arma, presidio e difesa delle forze del lavoro, che va usata in funzione sociale ed economica, e non politica. Garantisce parimenti la libertà a tutti i partiti; proibisce l’intervento, diretto od indiretto, della polizia nella loro vita. Garantisce altresì tutte le libertà, di culto e di insegnamento. E’ punito esemplarmente il delitto di tradimento, di asservimento e spionaggio a favore di potenze straniere.
- Ogni cittadino ha diritto al lavoro, e deve concorrere al progresso morale e materiale della collettività. Il lavoro è quindi anche un dovere sociale e come dovere è anche un diritto di sovranità. La RSI non riconosce le benemerenze conseguite in guerra e nella lotta politica come titoli sufficienti e necessari a rappresentarla nei suoi istituti. Sono però titoli preferenziali a parità di meriti.
- Basi economiche della RSI sono la proprietà privata dei beni di consumo, quali elementi integrativi della personalità umana, e frutto del lavoro e del risparmio individuale; e al proprietà statale e socializzata dei mezzi di produzione.
I mezzi di produzione appartengono allo stato che li dà in gestione alle aziende socializzate.
Quello alla casa non è soltanto un diritto di proprietà bensì un diritto alla proprietà.
- Gli obiettivi del complesso produttivo sono unitari e si riassumono nel benessere dei singoli e nello sviluppo dell’economia nazionale, che sarà regolata dallo Stato attraverso piani di produzione in attuazione presso le aziende socializzate.
- I lavoratori facenti parte delle aziende socializzate le dirigeranno attraverso i consigli di gestione entro i piani e le direttive di produzione nazionale.
Il capo dell’azienda ed i consigli di gestione sono giuridicamente e politicamente responsabili della produzione nei confronti dello Stato. Gli utili netti delle aziende saranno distribuiti fra i lavoratori entro i limiti prestabiliti; ed a tutti i lavoratori della nazione tramite versamento dell’eccedenza a un fondo destinato a fini sociali.
- La terra è proprietà dello Stato che la dà in gestione ad un sistema aziendale socializzato di tipo cooperativistico e consortile, attuando il passaggio da una concezione individualistica di conduzione ad una collettivistica.
Gli istituti di credito sono dello Stato.
Il commercio è organizzato secondo il principio del passaggio diretto dei beni dalla produzione al consumo mediante il sistema cooperativistico.
- Fine della politica estera della RSI è quello di ottenere per l’Italia l’indipendenza effettiva, economica e politica, concorrendo su piede di parità con qualsiasi popolo allo sfruttamento delle fonti di materie prime e di ogni altra risorsa economica potenziale del mondo entro il quadro di una Confederazione Socialista Europea.
Condanniamo ogni forma di nazionalismo e imperialismo e così tutte le guerre fatte a fini nazionalistici e imperialistici. Ma fin tanto che le altre nazioni, e principalmente l’Inghilterra, non restituiscono il maltolto, noi esigiamo le colonie e il mandato nell’A.O.
Il socialismo non può fare la politica dei due pesi e delle due misure; non può considerare legittime le guerre di aggressione e imperialistiche delle nazioni ricche ed illegittime quelle fatte, per ragioni di stomaco, dalle nazioni povere. Il socialismo che si ponga su questa strada, tradisce se stesso e perciò non può avere che l’esecrazione dei veri socialisti. |
|